amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

lunedì 18 gennaio 2010

La carica dei colli torti

Ipocriti. Teatranti. Filistei. Pronti ad adottare un bambino di Haiti con lo stesso criterio con cui, dopo la Carica dei 101, volevano un dalmata.
Improvvisamente generosi per l'entusiasmo di una coscienza che scorda volentieri tutti quelli che muoiono ogni giorno, ogni ora, ad ogni minuto, se sprovvisti del pietismo delle televisioni.
Disponibili a portarseli qui per sfoggiarli come l'ultimo souvenir - più rassicurante, certo, dei sans papiers che in Italia ci vengono da soli per altrettanta disperazione e impotenza: per loro va benissimo il tetto scolastico del 30%, ché le stravaganti pretese di avere dei diritti le abbiamo tollerate abbastanza.
Per non nominare un ministro degli esteri che, mentre il mondo intero si mobilita, pensa bene di andarsene in villeggiatura ad Hammamet per santificare un paio di statisti in una botta sola.

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