amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

martedì 16 febbraio 2010

Tempo, carabattole e ombre


Il tempo... il tempo invecchia giorni, colori, opinioni. Invecchia le mie attese di un Tomtom che non arriva. Altre cose rimangono pigre come molluschi; come righe gialle di un vecchio pigiama si riducono alla ciclica imitazione di sé. Non quella dei Buendìa, sfrenata, irresistibile, irriverente. Una più sterile e mesta.
Volevo scrivere del ragazzo che ha appiccicato ad ogni albero del perimetro esterno delle mura un cuore rosa per la sua innamorata, che troppe smancerie e gesti eclatanti non fanno per me ma io sono quella che cerca un arbre màgique al pino solo per decorarlo con le palline di natale prima di appenderlo in macchina - quindi le sorprese e le tenere carabattole sì, che fanno per me.
Invece eccomi qui, alle prese col tempo.
Che ingigantisce un biglietto fino a creare un caso comprensivo di appostamenti pronti a intervenire appena io e il giovin C. ci parliamo (volentieri, come al solito, ché io il giovin C. me lo porterei a casa) per essere sicuri che "non mi stia dando fastidio" o "non si stia dimenticando niente".

Tempo che sventola, mugghia, guerreggia.

Tempo che batte le mani, spalanca le porte,
che a volte si ferma come una sosta, una causa persa da lasciar galleggiare: tu ti aspetti che il rancore si smorzi, l'immaturità sul ramo si colori di rosso, che l'ossessione, la lama, la rabbia passate sfocino in una strada andalusa, in un ricciolo nuovo, in un'ora di gioia.

(perché il tempo, di solito, arriva anche senza averne voglia)

Invece un bel giorno ti affacci al buco nero di qualcuno che conoscevi, e dove pensavi di trovare scorci nuovi scopri che ancora le ombre galleggiano uguali a prima, uguali a sempre come righe gialle di un vecchio pigiama.
Perché chi ha commesso un errore, dal tempo riceve la possibilità di riparare.

Chi ha perso la direzione, col tempo potrà trovare la strada per Narnia.
Un comunista cambia in tiranno. Le righe diventano onde. Il perdigiorno conquista il mondo. Un ragazzino si trova la barba.
Lo scribacchino, grazie al tempo, prima o poi saprà riconoscere la poesia nelle penne degli altri.

Le cose crescono, mendicano, si rafforzano, si srotolano come carovane al vento del tempo.

Ma un'ombra,

col tempo,

affina la tecnica.

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