amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

lunedì 12 aprile 2010

Mushtaraq

Non mi stupisco di quanto accaduto in Afghanistan. Il che non significa che non ne comprenda la gravità, profonda nelle possibili conseguenze sia sul piano umanitario (per quanto riguarda tutti i progetti di Emergency e, globalmente, i progetti delle altre Organizzazioni Non Governative) che su quello della credibilità dello stato italiano (già di per sé pencolante). Ma quando affermo che non mi stupisco di quanto accaduto, mi riferisco alla facile individuazione del pensiero governativo afgano a proposito delle ONG indipendenti, e a dove è in grado di spingersi per potersene liberare.
Non mi stupisco, inoltre (altresì mi vergogno, m'incazzo e mi indigno), delle dichiarazioni del signor Frattini nel momento in cui si precipita, ancora in pantofole, a prendere le distanze dai nostri per il suo legittimo sospetto: in fondo, da un signor ministro degli esteri che già in occasione del rapimento di Sergio Cicala aveva osservato come "fosse stato lui a volersi spingere laggiù" e fossero perciò fatti suoi, perché dovrei aspettarmi ora un supporto a tre italiani (probabilmente comunisti, con quelle magliette e quel Gino Strada) che si sporcano le mani in un lavoro che il governo evita accuratamente?

Mi sono sempre chiesta se questa forte "riconoscibilità" di Emergency nella bella faccia e nelle dichiarazioni del suo padre fondatore fosse, in termini di immagine, più un vantaggio o uno svantaggio; così come mi chiedevo se prima o poi non avrebbe pagato il coinvolgimento "politico" nell'affare Mastrogiacomo (gli eventi degli ultimi giorni, a questo proposito, somigliano in modo abbastanza convincente ad una risposta).

D'altra parte, ci sono molte cose che si possono dire adesso.
Che se Emergency opera in una roccaforte di ribelli pashtun, il loro smantellamento da parte del governo locale deve necessariamente passare per lo smantellamento di Emergency, che in qualche modo, prestando assistenza sanitaria, li rafforza. Che delegittimare Emergency significa soprattutto togliere credibilità alle sue testimonianza scarsamente diplomatiche sulla realtà delle cose. Che è divertente osservare come un drappello di militari riesca ad entrare in un magazzino stipato di merce ed individuare immediatamente, fra gli altri, gli scatoloni incriminati. Che ONG come Medici Senza Frontiere ed Emergency hanno recentemente respinto la proposta della NATO per cui avrebbero dovuto costituire la componente "soft power" delle strategie militari.

Che Mushtaraq, infine, significa "insieme" in lingua pashtun
ed è il nome di un'operazione NATO in Afghanistan: quella in cui sono morti tutti insieme, incidentelmente, decine di bambini; quella in cui i militari, insieme, fanno irruzione nelle case con le armi spianate; quella in cui migliaia di civili, spesso feriti, rimangono intrappolati tutti insieme nelle loro abitazioni a causa della mancata concessione di un corridoio umanitario attraverso il quale ricevere assistenza. Quella su cui i riflettori occidentali si sono convenientemente spenti tutti insieme.

Marco Garatti, uno degli operatori umanitari arrestati, in una recente intervista aveva ricordato che "L'intervento militare italiano in Afghanistan consta di circa 500 milioni di euro annuali, equiparabili a circa 65 progetti di Emergency negli stessi territori.
65 volte 3 ospedali, 65 volte 30 cliniche e 65 volte 100.000 pazienti curati ogni anno."
Io, che oggi avrei voluto parlare solo di quanto già mi manchi Edmondo Berselli ma che a volte non riesco a non sproloquiare sulle avarie del mondo, mi limito a ricordare a tante brave persone che, senza voler scomodare terroristi talebani o governi lontani (ma fa sempre comodo dire che il babau è l'uomo nero), MSF è stata cacciata da Lampedusa (ebbene sì, non le foreste del Congo e non le montagne del Pakistan: le emergenze le troviamo anche in casa nostra) senza tanti complimenti per averne semplicemente raccontato la situazione disumana con una sincerità risultata sgradita al nostro occidentalissimo governo italiano.

Io sto con Emergency: l'Appello

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