amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

martedì 25 maggio 2010

Usted ha llegado a su destino

Chissà quali odori trovi tu. Quali odori diversi.
Ci pensavo guidando in una strada sterrata fra due ali di campi impestati di concime naturale che in fondo, a noi che ci siamo cresciuti, sembra quasi buono a volte.
Eri appena partito e mi sentivo talmente frastornata da non riuscire più a trovare l'Uvetta, lì nel grande parcheggio sotto l'arsura delle due del pomeriggio. E' una canicola che zittisce tutto: piante, uccelli, automobili. Nulla si muove sotto il solleone, anche il vento, anche il passo, si azzoppa.
Mi sono sentita sola.
Lì, persa nell'immobilità, mi sono sentita sola.
Anche più tardi, con il gatto pezzato che sbucava dalla gramigna e pensavo a tutti quelli che, la notte, ti diverti a spaventare, forse più per spaventare me. Mi sono sentita sola tanto da sperare in una qualche pattuglia che mi fermasse, che li trovo nei momenti meno opportuni ad avere voglia di chiacchierare e invece se ti servono non ne trovi l'ombra, così finisci per attaccare il navigatore in una strada che conosci a memoria, solo per sentire quella consolante voce spagnola che sa di iuta sfregata e pelo di gatto, e di una stanza in cui il sole entra ad illuminare le sedie di legno.
Be', naturalmente il gps non funzionava; ha pensato bene di scovare il satellite giusto in tempo per annunciarmi che ero arrivata a mi destino. Son sottigliezze preziose. E una settimana è andata.

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