amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

martedì 1 giugno 2010

Stranamente?, ho sostituito la segretaria all’e.r. che per questa settimana è in ferie causa impellenti pulizie di primavera e vasetti di marmellata da riempire. Che poi uno fa caso al fatto che sia assente un giorno sì e l’altro pure, perciò almeno queste assenze se le potrebbe risparmiare, diciamo, e invece.

Invece mi dà l’occasione per vestirmi in camicetta di sangallo, ballerine all’uncinetto e gonnellina ampia blu, cose che nemmeno Olivia Newton-John prima di incontrare John Travolta. Sarà che la botta presa in testa un mese e mezzo fa pulsa più del solito, anche per via del sole preso domenica a babysitterare i 3 pargoli di Chiara (più altri eventuali) all’assemblea annuale di IfP: avevo finalmente l’occasione propizia per rapirne almeno un paio ma il mio buon cuore ha avuto la meglio ed ora me ne pento. Qui si perde l’attimo e poi non torna più, carpe diem che poi calamaretti vongole e telline da un giorno all’altro vengono messe fuorilegge in quanto specie a rischio, e già non ne trovi più nei supermercati, nemmeno al banco freezer: pensavo di prenderne un po’ per il Tomtom quando torna, non so neanche se abbia una passione sfrenata ma insomma almeno una cena d’addio, due calamaretti, una pasta con le vongole, e niente!

Già era stato difficile arrivarci, domenica, a questo benedetto Parco delle Energie Rinnovabili.

Non saprei dire, effettivamente, se sia stato più complicato trovarlo o abbandonarlo, se la risata più soffocante e colma di lacrime causa due bestie che hanno frequentato Padova quotidianamente per cinque anni e possiedono un navigatore (acceso) a testa e continuano a perdersi ugualmente, sia stata all’andata o al ritorno.

Se sia stata, cioè, nel momento in cui, dopo un’ora di giri a vuoto a 1cm dalla meta, il navigatore ci mandava a destra e le indicazioni stradali a sinistra ed io, senza fiato, provavo a farlo notare al Babu che impavido prendeva strade a caso lamentandosi con tutte le macchine che si mettevano sulla sua via come neanche il Griso. O nel momento in cui, per fare Padova-Cittadella, ha tentato di prendere l’autostrada per due volte di seguito. La prima volta ci è anche riuscito (chiedendo il conto alla fine come alla cassiera del supermercato, perché lui non è avvezzo); la seconda no, ma solo grazie al mio urlo disperato e ad un’inversione improvvisa di quelle che solo Neo in qualche Matrix.

Certo mi dispiacerebbe tralasciare la scena in cui, cercando parcheggio insieme a Blè al parco n.2 della giornata, lui non trova un punto che lo soddisfi perciò va avanti, avanti per questa stradina sterrata… avanti… avanti verso il sole… avanti… avanti tra le frasche sempre più fitte… avanti finché dopo alcuni chilometri Blè, dalla macchina dietro, mi prega di svegliarlo o ucciderlo.

Però insomma, dopo le fatiche del babysitteraggio, del servizio camerieri a pranzo in mezzo a quelle cavallette affamate, del testamento del Grande Capo che si era sentito in punto di morte, è stato bello ritrovarci noi tre, una coperta, una bottiglia di vino sgraffignata all’assemblea dopo che fra tante bottigliacce avevo adocchiato la scritta Maculan.

Inoltre, presa dal diabolico concetto “oddio siamo vecchi!” dopo che i nostri discorsi avevano iniziato a vertere su stanchezza, vacanze in centri benessere, acciacchi e malattie, ho accettato di buon grado, per riconquistare la mia perduta gioventù, di giocare a frisbee. Aggiungendo furbe variazioni sul tema tipo: “prendere il frisbee ballando al ritmo balcanico della festa qui di fianco” o “lanciare il frisbee continuando a correre in tondo per scambiarci le posizioni”.

Quando una è furba, lo è fino in fondo.

0 Comments:

Post a Comment