amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

mercoledì 18 agosto 2010

Kairòs

Il dormiveglia, recentemente, coincide con una sensazione di strano benessere, come qualcosa di fuori posto. Man mano che la consapevolezza aumenta capisco di dovermi svegliare, lì, in quel momento, senza indugiare nemmeno un secondo. Il fatto è che gli incubi hanno lasciato il posto ai bei sogni, che sono molto, molto più crudeli: il risveglio dai sogni belli, quando portano qualcosa che nella realtà non c'è affatto, è devastante.
E' come quando sognavi di fare quell'esame che ti terrorizzava - lo sognavi tutto, dal principio alla fine con dovizia di particolari, e poi quando finalmente l'esame era andato e tu potevi rilassarti capitava un rumore a svegliarti e farti accorgere bruscamente che no, non era vero: erano le 5 del mattino e tu stavi solo sognando, perciò dovevi ancora cominciare tutto mentre l'angoscia di come sarebbe andata ti stringeva più forte alla gola per la delusione.
Ritrovarti nei miei sogni e dovermi svegliare è qualcosa di penoso e lancinante.
Ecco perché, alla fin fine, mi sta bene anche l'Eleganza del riccio. Dalla mia conoscenza giunta a pagina 91 lo trovo piatto e noioso, e non sono una che ha problemi con i libri noiosi, nel senso che ho una sviscerata passione per quella letteratura inglese priva di trama se non interna all'animo del protagonista. Ma questo non è certo Forster. Per ora, un libro inutile in cui vengono spacciate per epifanie cose assolutamente banali. La bambina, poi, la trovo insopportabile: la signora è già più stuzzicante, tutta quell'ironia la salva da spiegazioni stucchevoli di argomenti filosofici, e in fondo anche la scena dei cani mi è piaciuta. Ma il resto?
L'insensatezza della mia situazione mi toglie conforto, perciò questo libro mi sta bene. Non mi fa precipitare in altre realtà, mi lascia calma. Ferma a leggere nella macchina parcheggiata, mi prendo delle pause dalla realtà in cui nessuno sa dove sono, perché mi sembra che ultimamente ogni pensiero mi lasci un segno sulla faccia ed ecco perché dico: sono sicura che possiamo risolvere quei problemi, sono stramaledettamente sicura dei miei sentimenti, ma non sono più sicura di poter superare quello che mi stai facendo. Rimango lì e spengo anche la musica, perché mi piace la compagnia del frascheggiare del vento, le foglioline secche che rimbalzano sull'asfalto con un crepitio allegro, diverso da quello inesorabile dell'autunno.
Un uomo fuma una sigaretta davanti ad una porta; in un altro momento avrei trovato divertente l'idea di chiacchierare - ora nessun desiderio arriva, anzi piuttosto un certo fastidio, all'idea di conoscerlo.
Solo in una cosa sono d'accordo con la signora del libro: in certi momenti hai bisogno di arte. Hai bisogno di qualcosa di largo respiro, un'immagine, oppure guardare il mare. Questi pensieri mi si stringono addosso, ed io ho bisogno come l'aria di arte e di mare.

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