amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

giovedì 26 agosto 2010

Ok, e va bene, ho voluto fare la sborona. Poi è giunto il mio karma fiammeggiante dal cielo a colpirmi. Il fatto è che per quanto sia vero che solo nella mia stanza ci sono tre librerie, cinque mensole ed uno scaffale adibiti ai libri, e per quanto io possa effettivamente andare in palestra con i 49 racconti, prima o poi l'altra verità viene a galla. Di solito prima.

l'originale, sotto, con uno dei plagi, sopra

L'origine è stata, quest'inverno, lo smarrimento della mia felpa preferita, che ha portato allo straziante annuncio appeso in bacheca il quale, non solo non ha prodotto conseguenze utili, ma ne ha prodotte una simpatica serie di dannose: vogliamo parlare di coloro che si sono impunemente appropriati del mio copyright? (vedi sopra)

altre drammatiche conseguenze

O dei tentativi di abbordaggio dei vecchietti che mi hanno tormentata per i successivi tre mesi "scusanonperfarmiifattituoima-haimicatrovatolatuafelpa?" E perché no, delle persone non gradite che si sono impossessate del mio numero di cellulare. Infine, una menzione d'onore al giovin C che mi ha fatta dannare per settimane lasciando anonimi messaggi a pennarello sul mio addolorato annuncio finché non ho scoperto di chi si trattasse e, giustamente, reagito.

la reazione, altamente temibile e con identikit di somiglianze sbalorditive

Dopodiché, finito di monopolizzare la bacheca, ho perso il mio celeberrimo bignami. Si trattava, in effetti, della bottiglietta dell'acqua guarnita da un simpatico post-it in cui la scheda di lavoro quotidiana (seee) veniva ridotta ad una illogica serie di simboli sumeri che soltanto io riuscivo a decifrare, per allenarmi più comodamente. Questo, devo dire, ha provocato nei miei illustri colleghi un'ondata di dolore non indifferente poicHè gli erano molto più affezionati che alla felpa.

Infine, oggi, ho perso anche la scheda in carne ed ossa (papiro e inchiostro), quella originale che usavo ormai al posto del mio tenero bignami. Ed ecco perché la Roccia ha pensato bene di gratificare tutti gli avventori con un sonoro annuncio al microfono, che si è propagato in tutte le sale della palestra (ma proprio in tutte: ho tentato inutilmente di fare la finta tonta spostandomi per scoprire se qualcuno si fosse perso la comunicazione) per far ritornare a casa quantomeno l'ultima superstite.
Le conseguenze dannose, giunte come sempre in anticipo, sono state una frotta di domande intelligenti come "hai perso la scheda?", e "ma la tua testa, esattamente, su quale nuvola si trova", e già che c'erano "Oh, e hai più trovato la felpa?"

Beh, però la conseguenza utile è stata il ritrovamento della scheda. Tutta stropicciata e incastrata in un incredibile millimetro di spazio tra la parete e i pesi dell'abduttore per esterno cosce.
Naturalmente, dove io l'avevo dimenticata.

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