amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

mercoledì 11 agosto 2010

Strange currencies

Ricordo quel pomeriggio a padova in cui mi insegnavi come si mangiano certi squisiti tramezzini caldi che a me sembravano una specie di eresia e, in effetti, lo sono ancora, e poi mi hai chiesto di cambiare posto perché ti piaceva sederti con la faccia al sole, e chissà se adesso che vivi a Roma e sei un capoccia del cinema e metti le foto coi david di donatello lo fai ancora, chissà se ti viene perfino in mente che io me lo ricordi - per dire.
Ricordo anche la volta in cui abbiamo incrociato la tromba d'aria per la strada, mentre mi accompagnavi a casa, e ti sei voltato a guardarmi con quella complicità un po' brusca che, a volte, ho faticato a capire, nel dirmi: "Scappiamo?"
E' che da quei giorni, da quei momenti, sono passati dieci anni, e dieci anni sono tanti per una che non ha ancora imparato a incanalare le energie nel magico mondo delle azioni che hanno un fine, dei ragionamenti che portano a una conclusione, dell'impegno per un obiettivo preciso.

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