amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

domenica 12 settembre 2010

Bionda senza averne l'aria


Sono stata bionda per molti anni. Voglio dire, sono ancora bionda, sono nata bionda, per quanto spesso mi dicano "a sentirti parlare prima di vederti non l'avrei mai detto, che fossi bionda", e uno non sa mai bene come prenderla, una cosa così, perché è chiaro che vuole essere un complimento e tuttavia è quello che sono, bionda. Per anni sono stata solo-bionda per alcune persone, anzi per tutte le persone tranne quelle che sceglievo, era più comodo travestirsi che esporsi così tanto. A volte lo faccio ancora. Mi è capitato di iniziare una storia con qualcuno che mi credeva bionda e poi, appena si rendeva conto che, forse, non ero poi così bionda come gli era piaciuto credere, non ero poi così fragile e gestibile e da difendere, me lo rinfacciava. Diventavo ai suoi occhi una traditrice per il solo fatto di essere meno bionda di quello che si aspettava, perché sì che son piccolina, con quell'aria da ossa-di-canarino e una compagnona con la risata pronta, però sono anche una gran rompicoglioni che si incazza per le avarie e corregge la grammatica e scalcia appena si rende conto che stai provando ad occuparti di lei, e gli altri, faccio finta di niente ma mi sembrano sempre un po' lenti, e sì che sono simpatica e carina e certo che mi piace il sesso, pure troppo che non bado nemmeno a dove sono quando lo faccio e la volta più panoramica rimane quella sulle mura di Marostica, però va bene, ho quest'ironia che qualche volta qualcuno mi ha rinfacciato, perché "Sei così carina che dovresti essere un po' meno intelligente" ed io qualche volta ci provo, ad essere meno intelligente, perché alla fin fine non è che mi sembri poi tutto sto gran vantaggio l'esserlo, voglio dire che, sarà il mio problema di totale e spudorata mancanza di praticità, ma non è che mi abbia portato grossi guadagni, se non rimuginare molto, incazzarmi troppo, un senso di colpa del sopravvissuto e un pormi troppe domande senza riuscire a concludere nulla perché si sa, son troppo intelligente per lasciarmi incasellare e son troppo pronta e intuitiva per essere costante e ho una mente troppo formidabile per non provare quella cosa e anche quell'altra e magari anche un po' di questa qui, e perché no, alla fin fine lasciarmele scappare tutte perché dopo un po' mi annoiano, senza imparare ad incanalare le energie nel magico mondo delle azioni che hanno un fine, dei ragionamenti che portano a una conclusione, dell'impegno per un obiettivo preciso. Insomma: è una grossa, grossissima fregatura avere tante frecce al tuo arco se non impari ad usarle e a farti il mazzo, continuare allegramente a sbagliare, a ruzzolare, e magari da bionda sarei stata meglio. Bionda nell'anima, voglio dire. Una che non continua caparbiamente a cogliere quella mela perché "sapere sarà sempre meglio di non sapere", con tutto quello che comporta.


(E niente, mi ero dimenticata di dire che l'altra notte, mentre campeggiavo, a un certo punto ci si è messa pure la pioggia, a ticchettare sul tetto e sulla veranda e si sentiva di più, si sentiva molto di più quasi come se fossi in una tenda in mezzo al mare e allora lì, sotto le coperte, mi è venuto da ridere per l'euforia, come se improvvisamente fossi tornata - cinque minuti - a quando sentivo la pioggia sotto la tenda e non avevo complessi del sopravvissuto e il cervello, l'esistenza, il futuro, sembravano una gran bella cosa con cui fare i conti. Me ne stavo lì con la versione degli Eels di Can't help falling in love, e Tom Waits che è stato il primo tom della mia vita, se vogliamo escludere il supertele arancio che avevo a diciassette anni, e va a finire che mo' perdo per strada pure questo Tomtom, questo che credevo fosse l'ultimo ma dopo tutti i casini non so neanche più se voglio stare con una persona che mi ha fatto tutto questo male anche se ci ho provato tanto, ma tanto, perché qualche volta come si dice, lo scarto tra il voler fare ed il fare è così ampio che non basta neanche il mare, visto che in questo caso "di mezzo" abbiamo un oceano e pure continenti ed emisferi diversi, letteralmente, e se lo perdo rimarrà comunque l'ultimo perché chissene frega se ho ventisette anni, che me ne faccio di un altro uomo se perdo il Tomtom? metto su jersey girl e buonanotte al secchio)

0 Comments:

Post a Comment