amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

martedì 27 settembre 2011

In questo giorni mi sento più tranquilla, dato che la mia vita è tornata a percorrere i suoi soliti binari di PAZZIA.
Credevo fosse un po' geniale proporre di lavorare al pc sotto al gazebo esattamente tre minuti prima di uno dei più grandi nubifragi della storia (esistono delle foto, non ancora bruciate, di tre disperati sotto un inutile gazebo che con due ombrelli incrociati provano a proteggere il prezioso apparecchio tecnologico anziché sé stessi), o mettersi a coreografare Lambiel in mezzo alla gente perché alla radio c'è BMTL, o convincere Fra che va in televisione a cantare O CANADA in un colpo di tosse - e invece.

Cè da dire, però, che nella forza centrifuga di questi giorni sono stati risucchiati un sacco di mariti.
Innanzitutto l'uomo che corre tantissimo, che aveva tutta la mia stima perché correva tantissimo - nonché i resti del mio tendine d'achille, dopo che ho provato a tenergli dietro alla pista di atletica - e che non è affatto un supersportivo dall'esistenza irreprensibile con una fidanzata dagli occhiali bianchi.
Poi c'è l'istruttore di squash che devo aver conquistato quando, alla festa della palestra, tentando di sfuggire alla foto di gruppo sono finita lì nei bassifondi dove ha tentato di ipnotizzarmi per farmi giocare e dove ad un certo punto mi sono - realmente - messa a raccontargli di quel personaggio di Jenny la Tennista che giocava a squash. Se non altro conosce Stendhal, il che dopo che tutti mi avevano chiesto come facessi a leggere un saggio sulla costruzione della Certosa di Parma, finisce per darti un certo dignitoso punteggio.
Per confutare la tizia che, incontrandomi al lavoro, mi ha dichiarato: "Ah sei tu Novella? Al telefono ti credevo una cicciona 50enne!" ho infine inseguito il bambino 4enne che passava barcollando con un flute in mano e l'aria di chi sta per gridare "governo ladro!" da un momento all'altro (c'era anche la componente "mi è rimasta incastrata sul cuore una fetta d'ananas ed ho bisogno di bere", ma non più di tanto), piombando poi tra fidanzati peruviani che restaurano mulini, cantanti (maschi) che ci danno le spalle per guardarsi allo specchio mentre cantano, cantanti (femmine) che spariscono con l'ospite VIP Mauro Marin (a proposito, si è iscritto lì, che il cielo abbia pietà di noi), Daniel che mi propone il suo pranoterapeuta dal Signore degli Anelli, che ti guarisce con la sola imposizione delle mani ma non accetta tutti, in base all'aura ed alla gelosia della moglie, perfetti sconosciuti che, a 2 cm da me, giurano di sapere che Moroso ed io stiamo effettivamente insieme (occhio che se Moroso vi sembra grosso, non avete ancora visto Lorenzo, la sua cimice da guardia), la Roccia che vedendomi non in borghese esclama che se non fosse stato per le tette non mi avrebbe riconosciuta
(d'improvviso mi ricordo perché io abbia sempre evitato quella festa)
Oggi, poi, sono stata completamente conquistata dal giovine fisioterapista belloccio, dopo che mi ha circuita con argomenti suadenti come "Accidenti Novella, senti che bacino teso! Alle donne è facile che tiri, agli uomini invece tira qualcos'altro - ODDIO com'è suonato male non intendevo questo mi rimangio tutto quello che ho detto!!!"
Per questo motivo (ed anche perché toccandomi la rotula mi ha chiesto se avessi mal di denti e un ciclo doloroso, ma soprattutto per questo) (e anche perché la sua collega si chiama N. Gatto, che è il nome che voglio nella mia prossima vita, ma soprattutto per questo) (nonostante mi obblighi a portare solo scarpe con il tacco e mi abbia minacciato di una terza età priva di rotule), credo che sceglierò lui.
Se non altro è l'unico che, anziché provocarmi quantità di nuovi traumi, me li aggiusta. Me lo diceva la mia santa mamma da piccola, "tu dovrai sposare un fisioterapista" - e prima ancora di sapere che l'alternativa era un pattinatore gay!

mercoledì 14 settembre 2011

With glowing hearts


Sono mancata a lungo, causa ripetuti infortuni, ripetuti impegni, ripetuti post sugli altri mille mila blog. Ce n'è uno, tuttavia, di cui vado particolarmente fiera recentemente e che è rintracciabile qui.

(astenersi in caso di assenza di follia)


La scena è stata degna di 4 matrimoni e un funerale (il mio, e non per i vari ginocchio dolorante - tendinite all'achilleo - congiuntivite all'occhio sinistro - botta in testa che hanno simpaticamente popolato gli ultimi giorni).
(Anche il matrimonio c'era, uno solo ma valeva per quattro)
(Comunque speriamo di sopravvivere fino al 1 ottobre)
Un'uscita casuale con alcune persone di quel luogo di tortura in cui vado a fare palestra. I soliti ignoti, fra cui Moroso. Manca, stavolta, un nostro amico che frequenta con noi la palestra (ed essendo quello un luogo di tortura, non ha detto a nessuno di essere gay se non a me e a Moroso) e che per comodità chiameremo Pino.
Si chiacchiera. Si delira. Si sprofonda con i tacchi a spillo nell'erba di un giardino. Si incontra ripetutamente la ex stronza di Moroso che ci uccide tutti con lo sguardo. Non potendo mangiare, si beve - poco, che fa caldo. Qualcuna tenta di sfilarsi i pantaloni.
Insomma, un normale lunedì sera.
Poi, l'epopea.
Il dialogo, chissà perché, finisce su quel-tizio-serissimo-che-viene-in-palestra-ed-è-in-realtà-uno-spogliarellista-gay-sadomaso. Io, chissà perché, decido di raccontare un episodio divertente che comincia così:
"Anch'io una volta ero ad un concerto e c'era anche questo mio amico, che è gay..."
Garrulo, allegro e soddisfatto Moroso, che si è appena ripreso dell'incontro sgradito, salta sulla sedia per l'improvvisa coincidenza e con aria briosa e innocente mi interrompe:
"Ah sì, mi ricordo! L'aveva raccontato anche a me, PINO!!!"

Un momento di silenzio per la mia scampata morte quando mi sono strozzata con lo spritz per circa venti minuti, ma la sua faccia nel momento in cui si è reso conto della stronzata che aveva detto è ora nella top 11 dei momenti impagabili della mia esistenza. Amen.

;;