amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

lunedì 24 settembre 2012

Piuttosto incredibile

A conti fatti, innamorarsi è un atto di coraggio, perché significa dare un calcio a tutte le convinzioni che ti sostenevano, all'equilibrio costruito giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Non è solo questione di abitudini che cambiano. E' prendere in mano tutto ciò che ti è successo fino a quel momento, guardarlo negli occhi e chiedergli sinceramente se per caso ti abbia lasciato troppe ossa rotte per poterti fidare di nuovo, per rimetterti in gioco senza vestiti. Perché è allora che te ne accorgi, mica prima, quando stai rintanata per la paura e ridi forte perché nessuno lo veda. Per questo mi fanno arrabbiare le persone che trattano i sentimenti con leggerezza, che stanno insieme a qualcuno perché non sanno stare soli, che si innamorano e disamorano dei loro amici e di tutte le persone che incontrano, che parlano troppo facilmente, troppo presto, come se fosse solo un'altra puntata del loro telefilm preferito.
A quante donne hai detto che erano l'amore della tua vita? Quante volte hai cambiato idea? Quante altre volte ti sorprenderai all'idea di esserti sbagliato?

Io non lo so se ho ancora la capacità di credere in qualcosa di permanente, ho 29 anni e un 17 maggio alle spalle, quel 17 maggio e quel pomeriggio di luglio che colpiscono forte, ancora, dopo anni. Però l'entusiasmo fa parte di me e c'è qualcosa, dal 6 agosto in poi, qualcosa di diverso. E' partito piano, parlando sottovoce, senza che ci avessi mai pensato. Qualcosa di difficile, perché ha calciato via il mio equilibrio e bisogna che mi impegni, qualche volta, per non farmi portare via dal panico. Qualcosa che ha ferito alcune persone e che alcune altre hanno, vigliaccamente, tentato di ferire. Ma crearsi un mondo e volermi assegnare una parte significa non avermi mai guardata negli occhi, e se quello è l'unico modo in cui sei disposto a lasciare che io faccia parte della tua vita, allora non ti servo io, ma solo il tuo stupido film.
A conti fatti, scelgo la via poco rassicurante, che non mi sarei aspettata di prendere, quella che sta imparando a dire miliardi di cose con un respiro, ed è come credere per tutta la vita che i fantasmi non esistano e poi incontrarne uno: piuttosto incredibile.

giovedì 20 settembre 2012

Ci sono le cose belle, ci sono le cose brutte, e sono tutte cose di cui vorrei parlarti - perché c'entri tu o perché sei tu e basta. E poi c'è il fatto che non so come stai e cosa pensi e allora ogni giorno ti scrivo una mail o un messaggio, poi non li mando. E' stupido, lo so, ma vedo le cose che scrivi, le foto che metti, e non mi sembra tu abbia bisogno di aggiustare le cose.

Allora me li tengo e non scrivo perché, nelle foto, hai perfino una faccia diversa. Sarò strana io, che vuoi farci, sarò orgogliosa come una spina, ché quando ho saputo quella cosa mi sono sentita un pugno nello stomaco come con il Tomtom due anni fa; è un misto di male e di tradimento e di sufficienza, ed è stato pesante, diciamo pesante.

Però vabbè, mi manchi, ho un sacco di novità che ti farebbero rizzare i capelli e lo sai quanto mi costi dire quella frase.
=)

lunedì 17 settembre 2012


Be in my eye
Be in my heart
Be in my eye, ayayay
Be in my heart
 

L'hai sentita per anni, ogni volta che la temperatura da piedi scalzi ti lasciava tenere aperte le finestre, chiamare "Biba!" dieci volte al giorno con quella vocetta decisa e sapientina, e poi un bel giorno l'estate torna e quel modo ("Birba") corretto di chiamare il suo cane ti spiega che di estati, nel frattempo, ne sono tornate tante.
Hanno portato nuove voci alle finestre, trascinato via alcune di quelle vecchie, con Tendina che è incinta ed io lo scopro nel modo più comico del mondo il giorno in cui vuole raccontarmelo, perché la Tabubuta che non la conosce fa per accendersi una sigaretta ma, dopo aver confabulato con lei, si ferma, e quando la rassicuro che siamo pur sempre all'aperto lei strabuzza gli occhi e protesta "Ma cosa dici N., se lei è incinta!" - e anche il Tomtom diventa di nuovo zio, quel Tomtom che sta tentanto di infilarsi di nuovo dal mio balcone aperto, e non lo so cosa sia, se nostalgia o pentimento che lo spingono a chiedermi di raggiungerlo a Bruxelles, ma il fatto è che non posso. Non posso ed è piuttosto incredibile sapere che gli dirò di no, perché è la persona con cui ero convinta di trascorrere il resto della mia vita e invece sono passati più di cinque anni, quasi due da quando ho dovuto morire per rendermi conto che non era così, e tornare ora significherebbe lasciar andare quel futuro che sto guardando, che ancora non ho ma sto cercando di imparare. Anche se già ferisce, anche se è complicato, anche se sono diventata così poco addomesticabile ormai. 
E così dirò di no a quel passato che era la cosa più mia che avevo, e continuerò a dire "Ce la faccio" portando troppe cose in mano e facendole rotolare per tutte le scale un momento dopo, continuerò a sentire Nicole confondere la parola smalto con la parola basmati quando prova a spiegarsi in italiano, a spazientirmi e lasciare alcune cose a metà, a stare malissimo per dieci ore e poi guarire all'improvviso, ad affezionarmi ed avere paura e trovare scuse (vedi titolo) per non darlo a vedere.

mercoledì 12 settembre 2012

Insiminia

E' così tanto che non scrivo, è quasi un anno, che non ricordo neanche più come si fa. Impostazioni, titoli, html, ma stiamo scherzando? Proprio quando provo ad entrare nel mondo concreto del buonsenso?

Che devo fare, adesso? Riempire la pagina di aneddoti, le mie figure criminali a bizzeffe? Un po' mi spiace non averle scritte, si perde il conto e a me il conto piace.

(Io e la Scila che rimaniamo incastrate nella processione, per esempio, che meriterebbe un post a sé)

O dire quante persone mi mancano, da quell'ultimo post? La Salvietta e Fra prima di tutto. La Salvietta che è entrata in crisi e forse forse nella crisi di me non aveva bisogno, ed è stato questo che ha mandato in crisi me. E Fra. E tutte le cose inaspettate che sono successe dopo, veloci, vorticose, 

E allora, mentre fissavo la pagina senza scrivere, ho ripensato a come sia la vicinanza che ti fa sentire più acutamente la mancanza di qualcuno. E' adesso che mi mancano. Adesso che le cose sono cambiate. E' stasera che sono andata a ripescare quelle lettere vecchie vecchie che non avevo più riletto per anni, ed avevo fatto bene. E mi è tornato in mente quel sogno, terribile, l'avevo dimenticato quello, preferivo ricordare quello molto più bello, consolatorio, in cui tornavamo indietro nel tempo di una settimana ed anche se sapevamo di non poter cambiare le cose, potevamo almeno salutarle.

Credo, fondamentalmente, di aver scelto la sera sbagliata per scrivere, in cui il complesso del sopravvissuto torna prepotente a fermarmi quando vede che un sms con scritto "Insiminia", mentre affogo nel passato, basta per farmi tornare a galla. E' la sera sbagliata per il tormento che sta venendo fuori, quando sembro schiantata e invece la verità è che sto rischiando di tornare felice.

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