amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

giovedì 31 marzo 2011

No va bene, so che l'intenzione era di pubblicare un post serio oggi, anche un po' poetico, tuttavia "la giornata delle piccole figure di merda" di ieri, abilmente integrata con quella di "troviamo un fidanzato - anche due - a Novella" e al tentativo di passare a miglior vita in sauna (mentre il giovin C si fregava le mani all'idea di portarmi in braccio in uno spogliatoio pieno di fanciulle e mi abbandonava lì tramortita al mio destino) sono di quelle che ti portano, per riprenderti la dignità, ad ascoltare svariate ore di farrucas, Bach, Puccini e Sibelius, tanto che ho poi dovuto mettere Bon Jovi per riprendermi, dopodiché per punirmi dall'aver davvero ascoltato Bon Jovi mi sono fatta una ceretta crudele, e infine per riprendermi dall'avvenuta ceretta sono andata a correre con i Muse (tutti insieme, lì sul tapis roulant con me). Tutto ciò mi contagia una certa urgenza, un appello oserei dire, prima che sia troppo tardi e questo circolo vizioso mi sbrindelli: smettete.

Davvero, smettete di affibbiarmi uomini, ragazzi, fidanzati, compagni, cavalieri, amiconi. Soprattutto a tradimento.
Non serve che il giovin C inizi un positivo discorso su Braghy e, appena gli dò ragione perché è una persona che mi piace, mi conferisca il suo solenne permesso per mettere su famiglia con lui, giacché ci vedrebbe bene insieme. Non serve che la Roccia mi affibbi il giovin C, anche se non si contraddice mai una Roccia se si vuole sopravvivere e non ho quindi osato farglielo notare. Non serve la cena organizzata dalla strega + consorte con i loro amici più cari (di lui) e più carini (di lei, che ha un punto di vista certamente più attuale). Non serve nemmeno che il fratello + consorte mi chiedano consigli per gli invitati al matrimonio solo per infilarci un "oddio non abbiamo nessun single adatto a te, dobbiamo fare qualcosa!" Non serve, soprattutto, che la segretaria mi chieda cosa io pensi del nuovo ped, e appena confermo che mi sembra simpatico mi fissi con aria contemplativa per dichiarare che "Appena l'ha visto, con quella faccia DA BRAVO RAGAZZO, ha subito pensato che andasse bene per me".

Ora. Tralasciando la questione del mio sistematico e spontaneo evitare i bravi ragazzi come un pesce rosso eviterebbe l'olio di semi,
davvero.
Non serve.
Apprezzo il gesto (in realtà no), ma davvero, davvero, lasciate perdere.


..A meno che, naturalmente, il vostro prescelto non si trovi nella seguente lista di eletti:
1) Mr. Darcy
2) Stéphane Lambiel
3) Colin Firth
4) Bob Dylan
5) Peter Parker
6) Gary Oldman
7) Gustave Courbet
8) McDreamy
9) Ernest Hemingway
10) Mirko dei Bee Hive
11) Scott Moir
12) Sawyer
13) Joaquin Phoenix
14) Gregory Peck
15) Christian Bale
16) Benji Price
17) Remy LeBeau
18) Uto Ughi
19) Henry Cartier-Bresson
20) Nathan Never
21) Eric Clapton
22) Johnny Cash
23) Humphrey Bogart
24) Jon Snow
25) Ralph Fiennes
26) Laurie Laurence
27) Shion
28) Spike
29) Albert Camus
30) Mr. Blonde

citofonare al n.15 per aggiornamenti (ma ragazzi, se volete andare sul sicuro la top 3 non si smuove da almeno cinque anni)

martedì 15 marzo 2011


Cade da un'ansa del marciapiede e si guarda intorno con aria confusa, come a chiedersi che cosa ci faccia lì, per terra, lei che non ha mai avuto problemi. Mi avvicino per aiutarla e quando vede che tendo la mano il suo sguardo cambia: sparge vergogna da un lato e rammarico, penso che in qualche modo mi stia sgridando.

L'aiuto, signora?, domando dopo aver fermato la mano per aria.
Lei mi guarda come se fossi stata io a farla diventare vecchia.


"Here she comes, you better watch your step"
The Velvet Underground


Si va, sotto il cielo gonfio come una pizza di Napoli e dentro nuove canzoni che ti avvolgono in storie che ignoravi. Revelator di Gillian Welch, Oh my sweet Carolina di Ryan Star, Bloodbuzz Ohio dei Nationals. Da piccola ho imparato a leggere perché non ne avevo mai abbastanza di storie.
In fondo è bella questa pioggia: ti lascia il tempo per la noia, che è l'angolo delle storie, tazze calde, gatti; e prima o poi anche in quella nuvola troverai una crepa di sole. Le crepe mi hanno sempre fatto pensare alle giornate di sole, quelle verso pasqua quando fioriva il pirus, la terra si scaldava e si seccava ed eccole lì - le crepe. Ne trovavo anche altre, tra i vasi o nei vecchi muretti, ma forse non erano nuove, c'erano sempre state ed ero io che con il sole mi risvegliavo.
Di solito qualcuno arrivava ad aggiustarle: gli adulti dicono che i bambini hanno paura delle cose invisibili solo perché non riescono a vederle. Loro la mattina non ricordano i sogni, smettono di mettere le bucce del mandarino sul termosifone in inverno e pensano che quello che vedono non esista, litigando con religioni diverse, abitudini diverse, voci diverse con l'aria affaccendata di chi compie azioni sagge tutto il tempo.
Ma poi, dove va a finire il sole che si era infilato nelle crepe quando qualcuno le aggiusta?


I wear the black for the poor and the beaten down,
Livin' in the hopeless, hungry side of town,
I wear it for the prisoner who has long paid for his crime,
But is there because he's a victim of the times.
Johnny Cash - The man in black

Il momento in cui raggiungi il covo, il rifugio, la casa sull'albero con scritto "istante di pace" di solito coincide con il momento in cui ti accorgi che altro non era se non una fata morgana che non ha proprio nulla di quieto e riparatorio come sembrava di lontano. Ma va bene così, cosa potresti fare di diverso se non annoiarti e sentirti in trappola, quando sei una bestiola distorta che cerca tutto il tempo un approdo e, appena lo tocca, ricomincia a guardarsi intorno per la prossima direzione?
Non si sta nel mezzo. Con me non si sta mai nel mezzo, è sfiancante, o davanti o dietro e soprattutto devi essere abbastanza intelligente da capire in quale momento ti trovi, se in quello da passo in avanti o quello da passo indietro, perché non ho nessuna pietà, nessuna comprensione per i tempi sbagliati.
Addomesticare una carogna è un percorso stronzo e difficile. Ci vuole equilibrio per avere a che fare con chi torna a casa dopo una divertentissima serata in compagnia di amici, lascia partire At Folsom Prison e dopo due ore è lì che pensa che c'è così tanta buona musica al mondo, così tanta letteratura, tante storie, tanto pattinaggio, tanti boschi in mezzo ai quali camminare in silenzio, che in fondo hai poi bisogno delle persone se puoi ascoltare Johnny Cash?
E alla fine basta poco per l'umore alto: cambiare strada, una caramella nella tasca del cappotto, fare la stessa battuta nello stesso momento. Dormire, svegliarsi, tenere una tazza bollente fra le dita o fingersi Edie Sedgwick a carnevale. Simone che ferma la macchina per raccogliere le more dal ciglio della strada, camminare levandosi i tacchi alti di notte in mezzo alla città.
Credo che a volte le persone, la maggior parte delle persone, siano per me inchiostro; ho trascorso la mia vita a scrivere, per una specie di violenta necessità più che per scelta o convinzione, ed è qualcosa che per forza ti scarabocchia il modo di vivere e di interagire. Tu esisti in base alla mia penna, perché io in qualche modo possa scriverne. Anche quando non lo faccio: non significa che io scriva di tutti, ma solo che è la loro eventuale funzione. Sono inchiostro.
Ecco, ci vogliono le quote di umorismo al dì, per sopravvivere a una cosa del genere con una giusta dose di allegria e non finire a sfogare la misantropia sulle corse dei cavalli; meno male che le ho comprate tutte.

mercoledì 9 marzo 2011

Shabby-chic bitch

E va bene, lo so. Davvero, lo so. Ci sono alcuni argomenti che mi trasformano in una shabby-chic bitch: vivo in questa bolla snob in cui il blues e la classica hanno il sopravvento su ogni altro genere musicale che abbia l'ardire di esistere, un sapiente uso del congiuntivo è un auspicabile criterio di selezione naturale e in palestra si va con le Memorie di Adriano.
Uno non si accorge subito di questi miei lati, accecato da quelli allegri e divertenti o dalla pulsione erotica per il trash ed il rock'n'roll, ma rendersi conto di avere un problema è il primo passo per liberarsene - o affezionarcisi - perciò ecco: sono una reazionaria bastarda che manderebbe al muro la ragazza che sfogliando un giornale si chiede annoiata chi sia 'sto David Byrne che ruba pagine ai Cesaroni, e rispetta in religioso silenzio che McBesame abbia chiamato il secondo pupo Santiago, perché il vecchio Ernest, non importa cosa provochi, va rispettato in religioso silenzio e basta.
Però ecco, è un mondo difficile e sono stati giorni duri, con l'influenza in metastasi che mi ha costretta fra il letto ed il bagno mentre si appropinquava ad un apparato alla volta, con Scott e Tessa che si ritiravano mestamente durante il libero ai Four Continents causa stiramento e soprattutto con Lambiel che invece di essere al 4Cc - anche per ritirarsi andava bene - canta canzoni svizzere. E' un mondo dannatamente difficile.
Meritavo davvero anche che Marm mi proponesse, con il suo contagioso tempismo e con l'aria di aver avuto quest'idea brillante, di leggere il blog del tizio che sta con la medichessa senza frontiere che va in Congo proprio mentre il mio ex medichesso senza frontiere, con l'agilità da Uomo Ragno che pur sempre lo contraddistingue, piomba dalla finestra con una mail che inizia con "stavo pensando a te"?
Adesso per recuperare lo squilibrio mentale mi tocca far liste. Sono partita con "la mia versione delle 500 canzoni di Rolling Stone", impresa titanica che mi sta risucchiando le forze e che ho provato ad accantonare per partire con qualcosa di più semplice come "i 100 album", e poi ancora più semplice (sottovalutando terribilmente la cosa) "le migliori cover della storia", e giù giù fino a liste lineari come "le canzoni più tristi" e "quelle più allegre per iniziare una giornata di sole". Vengo sommersa da fogli ed inchiostro. Damn. Le liste sono la mia autoterapia da ben prima che Hornby avesse i suoi vagiti letterari, e anche da ben prima che mi accorgessi che sono, effettivamente, la mia autoterapia: ma per una incasinata come me è un modo per ottenere chiarezza dai suoi grovigli mentali, e così è da venerdì che in ogni momento libero - e anche in quelli non liberi - faccio liste, come una psicolabile qualsiasi.

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