martedì 31 agosto 2010
"Che ci fai di nuovo in soffitta? Angelo, è di nuovo in soffitta!" si lagnava mia madre quando rileggevo Orgoglio e Pregiudizio, cosa che non mancavo di fare ogni estate, da quando a quattordici anni mi ci ero fortunosamente imbattuta nella libreria di famiglia.
Approfittavo delle giornate di pioggia, quando un ticchettare malinconico ed il fruscio di ogni pagina sfogliata erano gli unici rumori che mi raggiungevano, lì sotto il lucernario. Oppure aspettavo la sera, quando trattenendo il respiro mi accostavo alle porte delle camere in attesa che i discorsi s'incrinassero e i respiri diventassero regolari; il disco di Greshwin di mio padre sfumava da solo in sottofondo, senza che nessuno più se ne occupasse. Allora mi sentivo libera di piombare nella mia vita segreta con un tonfo.
(La Dormeuse)
Approfittavo delle giornate di pioggia, quando un ticchettare malinconico ed il fruscio di ogni pagina sfogliata erano gli unici rumori che mi raggiungevano, lì sotto il lucernario. Oppure aspettavo la sera, quando trattenendo il respiro mi accostavo alle porte delle camere in attesa che i discorsi s'incrinassero e i respiri diventassero regolari; il disco di Greshwin di mio padre sfumava da solo in sottofondo, senza che nessuno più se ne occupasse. Allora mi sentivo libera di piombare nella mia vita segreta con un tonfo.
(La Dormeuse)
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