amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

martedì 9 ottobre 2012

Signori si nasce, amici si diventa


Se penso ai momenti migliori delle mie amicizie non c'è mai qualcuno che sceglie o che offre soluzioni; c'è quel modo di stringermi forte il braccio mentre tento di non piangere, di arrivare a casa mia con una torta alla cioccolata, di rimanere chiusi fuori insieme a me e fumare un sigaro alla vaniglia guardando la notte dal terrazzo, così pieni di stelle da accenderlo dal lato sbagliato.
Sono quelli, i modi in cui combatti per qualcuno. Essendo lì quando ci devi essere, senza che lui (lei) ti chieda di rimanere, e non solo quando ti piace esserci. Facendone parte anche quando non vorresti, quando non ti piace, quando fa male. Se mi lasci indietro nel momento in cui avevo più bisogno di sentire che mi amavi, cosa resta? Se mi lasci indietro perché in quel momento non sono come mi vorresti, era me che volevi?

Il punto è che la vita non va mai, mai come vorresti che andasse - o anche solo come pensavi che andasse; altrimenti scriverei libri per bambini e passerei a prendere Marta il giovedì sera, viaggerei di continuo ed avrei una bestiolina, Sebastiano oppure Linda oppure Sofia, che piange tutta la notte e ride tutto il giorno.

Non ho più giustificazioni da dare a chi non sa essere felice per me. Specie se sa come sono stati i miei ultimi due anni. Ho trascorso questi due mesi a preoccuparmi ogni giorno per gli altri, tutti gli altri, a farmi scrupoli per come ci sarebbero rimasti gli altri, ed erano tanti, e ne hanno approfittato pensando solo ai loro sentimenti come gnomi inzuppati di meschinità. 
E sai una cosa? Se c'era una persona su cui credevo di poter contare eri tu, ed invece sono proprio quelli che avrebbero potuto reagire peggio ad essersi dimostrati persone belle. Noblesse oblige.

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