amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

martedì 8 gennaio 2013


Ridere, ridere di frasi sciocche ed accoccolarsi in un angolo caldo come i gatti in inverno. Andare alla mostra sul Novecento, giocando ad inventare titoli per le opere esposte prima di leggere quelli veri. E poi lasciarsi affascinare, come due capre, dall'arte "vera" dell'esposizione perenne, che quella contemporanea è divertente come un parco giochi (non tutta, no: De Chirico, Bacon, ti strappano via i vestiti e brandelli di carne lasciandoti l'anima esposta coi peli ritti) ma da bravi incompetenti felici l'arte "vera" è quella che insegue una bellezza (o anche una bruttezza) più che il concetto.
Camminare per due ore fra un quadro e l'altro e poi rifugiarci all'Antico Bar, che io mi ostino a chiamare Antica Osteria, nel giorno del tuo precompleanno. Con i nostri aperitivi da 40 o 50 euro perché ci facciamo sempre fregare da qualche voglia, quel calice di Valpolicella Superiore o quel formaggio di capra dall'aspetto succulento.

Ci stiamo costruendo un mondo, una bolla che prima o poi dovrà pur scoppiare, quando ci sarà da fare i conti col mutuo o cominceremo a somigliare ai nostri genitori, e dobbiamo iniziare già a costruire i nostri punti fermi su cui continuare, allora, ad amarci lo stesso. Perché è facile adesso, quando usciamo a pranzo per il tuo compleanno e ci baciamo nella piazza degli scacchi e mi smagli le parigine con gli occhi e poi quando vedi il mio regalo piangi come un bambino a cui non abbiano mai regalato niente. E' facile, adesso, con il mio compleanno che apre le feste ed il tuo che le chiude. Quando i fotomontaggi risolvono le cose e bastano un po' di forbici e photoshop per sistemare quello che non va. Quando sembra che Smaug divori le ore che passiamo insieme, tanto corrono via, e i sensi di colpa rimangono alle spalle.

Spero, anche quest'anno, di continuare a trovare persone migliori di me da cui prendere qualche piccolo esempio, niente di presuntuoso o eclatante: di quel documentario su Nureyev, così fiero ed esigente, così caparbio - lui nato in treno da un padre militaresco - da costringere il mondo ad inventare nuovi termini per descriverlo, prendo la speranza di non smettere mai di osservare. Spero di non perdere quei momenti che ritaglio per me, da cui guardare meglio le cose. Questo è il mio buon proposito per il 2013.
E imparare a cucinare.

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