amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

giovedì 10 gennaio 2013

Quam minimum credula postero


E' ora di cambiare di nuovo il calendario, appaiarli sul tavolo e ricopiare in ordine compleanni, cifre e scadenze. Sostituire la vita passata con le caselle future ancora bianche, intonse. Alcune si aggiungeranno, altre verranno cancellate per strada.
Nelle feste di fine anno mi è mancato un po' di quell'ozio pigro e costruttivo, leggere libri natalizi alla Dickens o Narnia, giocare a Non t'arrabbiare incavolandosi a morte con chi ti sbatte fuori le pedine, qualche film vecchio alla tv. Di quei Natali in cui sgranocchiavi allegria per pomeriggi interi, tu e Olivia venivate chiamate il gatto e la volpe e l'età giustificava lo spiare i regali la notte del 24. Soprattutto le storie, di quelle che ti veniva l'acquolina in bocca a pensare ai filò dei nonni, tutti seduti intorno al fuoco a rammendare e a raccontare storie a voce alta. Novella mi chiamo, è inutile contestarmi il mio bisogno eterno di storie, di mondi e di racconti. Non è solo il gioco, non è solo la fantasia: chi diceva che un buon libro ti spiega quello che hai già dentro? Quello che sei, quello che vuoi e soprattutto quello che non vuoi, penso che nient'altro al mondo come il guardarti dentro fra le pagine di un libro possa mostrartelo. E poi partire davvero, senza tv, senza playstation e giornali di moda che ti ingabbiano alle loro immagini prestampate e a schemi fissi di cause e conseguenze. Che noia che barba, questa gente che evolve poco, che immagina poco. Ho sempre dovuto combattere contro il "se tutti fanno così, anche tu dovresti farlo". I "lo fai apposta per sembrare diversa" mi hanno anche portata a mettermi in discussione, più volte. E se avessero avuto ragione? 
Però Natale no, a Natale si tira fuori Narnia, raggomitolati come i gatti, come quando la speranza era ancora intatta e pensavi che tu ed Olivia sareste state amiche per sempre.

Ne è passata di acqua sotto i ponti. Teo, da bravo amico di fango, ad un certo punto mi avrà spiattellato la verità su Babbo Natale, Olivia ed io abbiamo litigato una prima volta alle elementari, perdendoci per anni e ritrovandoci alle superiori; dopodiché abbiamo litigato di nuovo, e un altro silenzio, mai spezzato e anzi tristemente rafforzato dai lutti, si è trascinato fino ad ora.
Però, diverse come siamo, lei altissima, mora e secca secca, io bionda e piccolina, mi ha fatto veramente ridere rischiare di trovarci al veglione con lo stesso vestito. E se fosse stata una persona diversa mi sarebbe piaciuto andare a riderne con lei mentre si brinda alla mezzanotte, perché come fai, se non ridi delle cose? Di tutte, perché L. che finalmente esce con una ragazza dopo anni di crisi per la fine della storia con la sua ex e tu stai quasi per tirare un sospiro di sollievo quando scopri che lei si è appena lasciata con la sua, di ragazza, dopo tre anni e mezzo di relazione lesbica, se non ti permette di ridere che fa? 
E allora ridiamo, e beviamo, di quello buono magari, perché siamo golosi dell'attimo. E se tu non sai ridere non m'importa poi molto ormai perché sai, se ti interessa così tanto del tuo orgoglio da metterlo davanti ad ogni cosa, agli altri sentimenti, ai vivi e ai morti, ti lascio in compagnia del tuo rancore e cerco un nuovo vestito rosso, diverso da quello che porti.

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