amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

martedì 15 gennaio 2013

Personaggi in cerca d'autore


"Un personaggio, signore, può sempre chiedere ad un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre 'qualcuno'. Mentre un uomo - non dico lei, adesso - un uomo così in genere, può non essere nessuno."
L. Pirandello - Sei personaggi in cerca d'autore

Quando il Grande Fratello, la trasmissione, uscì nella sua prima edizione, ricordo di essermi esaltata: l'idea di "costringere" delle persone ad interagire senza gli schermi protettivi di scelte, professioni, cellulari e bugie sociali varie mi affascinava da sempre, pur senza aver letto Pinter, e da sempre mi faceva fantasticare su cosa avrei potuto conoscere in più di me stessa, o degli altri, da un'immersione in una situazione così estrema. Spesso, però, è sufficiente molto meno per grattare la superficie più che in una lunga conversazione; riunirle in un'unica stanza o ad uno stesso tavolo per un pranzo di compleanno.
La mancanza di umorismo è la prima cosa che salta agli occhi. Alle barzellettuole si ride di gusto, certo, ma sarà il cielo smorto come un blocco di ghisa, sarà che ironia e autoironia sono uscite a fare shopping con una chimera e una fenice, ma sono sufficienti una persona poco gradita o uno scherzo molto più che innocente perché si smetta di stare al gioco. Perché malumori, capricci, insicurezze e gelosie prendano il sopravvento sulla cordialità e sul buonsenso e, pur non creando drammi, non si preoccupino di mettere in imbarazzo i vicini.
La realtà è che siamo tutti campioni di comicità, meno di umorismo che, come diceva Pirandello, ha bisogno di coscienza, comprensione, compassione; della stessa signora tinta come una buffona è facile sghignazzare appena la si vede - comprendere che, forse, non le piace uscire imbellettata come una sciantosa fuori età ma ne ha bisogno da quando il marito più giovane non la guarda come guarda la cameriera, ecco, questo è un altro paio di maniche. Ognuno, nel mucchio di maschere che scoviamo negli angoli, sceglie quella che lo ripara meglio, e l'umorismo arriva lì dove duole, smascherando le illusioni della forma e del cattivo gusto e, mentre lo fa, ride e piange insieme.
Ammetto di aver sempre avuto molta paura del cattivo gusto; non quello della signora conciata come un Pierrot, ma di chi - rivolto verso lo specchio, insensibile agli altri - ha una reazione soltanto, senza notare la differenza.

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