amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

mercoledì 11 maggio 2011

Autostrade da non prendere

Non ho avuto molto tempo per pensare a quello che è successo giovedì scorso, in questi giorni, e tuttavia mi sono trovata in tre situazioni diverse che mi hanno messa ogni volta in una posizione precisa, e questo mi ha aiutata ad elaborare. Qualcuno mi ha spostata, qualcuno mi ha ingabbiata, qualcuno mi ha lasciata libera.
E' a tutte e 3 le situazioni che si riferisce questo post, perché a volte succedono cose che sono come domande, e altre che sono semplici frasi. Personalmente sono molto affezionata alle domande, non so se sia perché mi fanno sentire viva o se si tratti solo di un modo per svicolare.
Ma sono fiera di trovare persone che mi prendono senza afferrarmi, che stanno bene con me senza sentire ad un certo punto il bisogno di ingabbiarmi in qualcosa, in una definizione, in un ruolo; sono anche fiera di non essermi tirata indietro, sei mesi fa, neanche di fronte alla gabbia, neanche quando faceva più male, di essere rimasta fino in fondo anche se sapevo che avrei finito per spaccarmi. Proprio perché mi rendo conto di quello che è successo non significa che lo voglia fare di nuovo adesso, subito, come un'adolescente ingenua. Mi fa arrabbiare che gli tolgano importanza. Proprio perché gli do un significato molto alto mi fa arrabbiare che, se gli dai un braccio, subito pensino di averti per intero, come se i significati nella vita fossero così facili e poverelli. Braghy alla fine mi piace più di molte persone con il suo cinismo e i suoi aperitivi di mezzanotte che non portano da nessuna parte, perché quando mi guarda guarda me.
Perché quelli che vogliono qualcosa da me mi dicono "fidati" come se fossi una biondina spaurita dagli ultimi eventi? E' tutta la vita che combatto contro la biondina. Non è presunzione pretendere di entrare nella vita di qualcuno e portarla verso i binari della propria idealizzazione? Arrivare un bel giorno e dirgli "fidati di me" come se si avesse la verità fra le mani quando non se ne vede che uno spicchio?
Dicono "fidati" perché l'importante è che le cose vadano a modo loro: ti fanno una proposta e non rimangono a guardare come finisce. Non sono interessati a quello che pensi o che vuoi, vogliono che tu agisca a modo loro dandogli la conclusione che si aspettano, e se non succede scappano e basta; senza il coraggio di restare, senza palle per qualcosa di non programmato, fanno saltare tutto per aria.
Allora, sai, non ti importava di conoscermi: volevi solo che mi tenessi addosso l'immagine che avevi cucito per me e a questo punto, se avevo dei dubbi, li stai facendo sparire. Non voglio essere idealizzata. Non posso stare bene nel modo in cui stanno bene gli altri. Non voglio essere un appiglio, un criterio, una risposta concreta. Sono cose che non fanno parte di me, ed è per questo che a volte mi sento perfino sollevata all'idea che la storia della mia vita sia finita: non certo per lui, che è stato la persona più importante ed essendo stato il primo a non chiedermi di essere qualcosa è anche stato l'unico per cui fossi disposta a farlo. E' per me.
Non ho intenzione di erigere muri, ma mi stai chiedendo di essere qualcosa di diverso da quello che sono e non posso, perché quello che sono adesso non ha niente a che fare con le autostrade.





(e comunque, visto che parte di questo post è indirizzata a te e mi sei mancato in questi giorni, mi è mancato tutto quel condividere cose e momenti e telefilm più o meno trash, volevo dirti che è morta Jenna)

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