amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

lunedì 5 novembre 2012

Aspettando i mostri /2





Scorgere l'aspetto comico, anche quando hai voglia di arrabbiarti o di piangere. Guardare la vita di lato e riderne, di tanto in tanto, è una cosa che ti salva.
Altrimenti come ci esci viva, dall'esistenza quotidiana? Colazioni eternamente assonnate, tacchi che si rompono, fp e le terapie. La ex del Carota che diventa piccola piccola e trascorre il tempo a confidarsi con facebook anziché con l'analista, enunciando pubblici proclami sul loro eterno amore e sulla loro ex vita coniugal-sessuale (con rara delicatezza verso il nuovo fidanzato), scoprendo improvvisamente e casualmente di non poter fare a meno di posti e persone che prima disprezzava soltanto perché li amiamo noi, e passando quindi dal chiederci di non frequentarli perché lei sarà presente all'annunciare di volergli riportare le sue cose ad una cena con trenta persone. La classe non è acqua - direbbe fm vedendo le sue foto in autoreggenti.
E possono ben dire, gli altri, che le persone fanno così, portano acqua al loro mulino. Non è vero: le persone meschine fanno così. Ho conosciuto persone strane, persone squilibrate e persone stronze, ma -sarò stata fortunata- persone meschine mai; alla piccolezza di chi piange calde lacrime di vittimismo rinfacciando a lui di non averle detto di me mentre lei esce di nascosto con un amico di lui no, non ero abituata. Perciò mi fa arrabbiare, ed ho un bel dirmi anch'io che non ne vale la pena, ma se non mi arrabbiassi più di fronte a quella che vedo come un'ingiustizia non sarei io.
E così mi arrabbio, e poi qualche volta non lo faccio, e poi lo faccio di nuovo. E qualche altra volta, poi, bisogna fermarsi, comprare un cartoccio di castagne, spianare le rughe, portare a casa un catalogo di abiti da sposa il primo giorno in cui il Carota ha messo piede al n.15 solo per vedere le facce. Bisogna correre sotto al diluvio e ascoltare i vecchietti all'osteria che raccontano di quando conoscevano Margherita Agnelli, e andare ai concerti del Carota che ti fa un cuore con le dita mentre canta, con una delle groupies in prima fila che si alza in piedi per rispondergli pensando che sia per lei, e a noi scappa da ridere.

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