amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

mercoledì 28 novembre 2012

"..Ma sempre meglio di adesso che vai girando come una sciantosa
e non sei niente, ma fai di tutto per sembrare qualcosa."
F. De Gregori



E perciò, davvero, chi paga stasera? Con gli amici nessuno fa i conti in tasca, stavolta tocca a me, la prossima a te ed i tirchi e coloro che calcolano il centesimo non sono bene accetti o sono, semmai, affettuosamente tollerati.
Che un fidanzato voglia pagare per me è assai carino, se si tratta di coccole e non di "si paga per le signore" e se posso a mia volta pagare per lui, essendo cresciuta con un'idea di indipendenza piuttosto limpida; così come aprirmi la porta è un gesto gentile, non da chi sta pensando che sono una donna ma da parte di chi, allo stesso modo, si pulisce le scarpe prima di entrare in una stanza.
Le calcolatrici, a me, piace ficcarle in tasca quando si va a mangiare fiorentina insieme a persone belle e si sceglie un vino e si sghignazza sulle proprie disgrazie mentre M. tenta di rubarsi tutto il filetto. I centesimi, le liste della spesa, le lascio a chi ha bisogno di scontrini. La "roba" non mi serve, oltre a quel po' che aiuta a pagare treni, chianine, caleidoscopi. Mi tengo la coscienza linda di chi cerca la bellezza, sempre, come il respiro - e alla bellezza, ovunque la trovi, non si paga pegno; non ci si attacca in senso materiale. Devi saziarti guardando, pescandola e poi ributtandola a mare, che sia in un libro o in un quadro o in un momento d'autunno. O in un gatto, ché i gatti ti insegnano velocemente ad amare senza istinto di possesso.

La bellezza ti sgancia; ti monda e ti salva dalle tue stesse, goffe piccolezze. Da chi non vota e si lamenta di chi viene eletto; da chi ti insulta perché chiedi lo scontrino; dalle ex che si affollano nei tuoi week-end, quella che ti contatta e tu non sai chi sia e quella (solita) che si sfoga con te delle sue tragiche tribolazioni, poi arriva con il nuovo fidanzato e non ti saluta ostentatamente, poi ti interrompe se parli con qualcuno perché scopre di avere qualcosa di assolutamente fondamentale da comunicargli e poi, quando esci dal locale e ti ficchi nella nebbia e ti baci ed è un bacio dolce, innamorato, lontano da occhi indiscreti, convince il fidanzato ad uscire con lei per gridarti "ciao-o" nell'orecchio. Ma a 24 anni i comportamenti non dovrebbero essere più veloci del buonsenso o dell'armonia, a meno che non servano ad essere assurdamente felici.

Forse ti aspettavi solo vino barricato, C., che ora ti rivolti all'improvviso; certi aromi fruttati, senza asperità, accattivanti e tutti simili, allineati l'uno all'altro come soldatini obbedienti. Forse credevi che bastasse la scorciatoia per essere felici; che bastasse il mosto.
Ma come si fa senza aver mai rotto nulla, un bicchiere o quel fiasco che portavi di peso? Il neutro, io te lo lascio: la vaniglia, gli sbiancanti artificiali, ricordi soppiantati da altri ricordi e felicità cercata col goniometro. Non barare, dai, non barare coi tuoi calvari, coi polpettoni malinconici: siamo tutti in questo bar ombroso come un cavallo a bere vino che gratta in gola. Tra una cianfrusaglia e l'altra che racconti, ti fermi mai a pensare ai temporali di luglio? A conti fatti, ridere per non piangere è sempre meglio che piangere per farsi veder piangere, e il dialogo è sempre più buono da bere di un monologo.

E la bellezza di fare cose sciocche, anche: scovare una nuova enoteca, comprare per la prima volta un cappello, spegnere la luce per ascoltare una canzone. Parlare di una mostra, trovare un vecchio amico alle primarie, col vecchietto al bar di fronte che chiama macachi quelli che vanno a votare e si fanno fregare i 2 euro mentre compra un gratta e vinci da 10. Trascinare 5 persone al concerto di Cristina D'Avena e arrivare troppo tardi. Lasciare le chiavi appese alla macchina e trovare qualcuno che te le restituisce. Fermarsi a guardare i poggioli, le luci, le foglie, le foto in bianco e nero. Vestirsi di rosso.

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