amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

mercoledì 23 febbraio 2011

Se vuoi un amico, addomesticami


Ti ho fatto ridere e piangere, qualche settimana fa, nello stesso giorno. Negli anni ti ho fatto anche disperare. Ci siamo presi, lasciati per tornare a respirare, ripresi mille volte, perché di nessun altro amico sopporto i marosi così, senza chiedere.
Mi rendo conto di non essere facile da gestire, non lo sono stata in questi anni e soprattutto in questi mesi; so di essere stata irsuta (come dice Marm mi tiro pacco perfino da sola). Però ieri leggevo che il perdono è donna, ed è vero, è donna quanto lo è ammalarsi per preparare maschere di carnevale di notte, con la colla che rimane appiccicata sulle dita.
Credo che i sentimenti degli uomini siano troppo autoreferenziali perché sappiano davvero dove sbattere la testa: è la storia delle valigie pronte, ci ho scritto un post una volta. Da dove vengono i loro rancori, i ritorni quando è troppo tardi, le tempistiche tremende, se non da questa autoreferenzialità distruttiva?

Mi hai chiesto se sono mai stata innamorata, che è una domanda strana dopo aver assistito al viavai di persone al mio fianco, ma ti ho risposto di sì.
Una volta, di sicuro.

Da cosa lo capisci? Dalle cose piccole, lasciargli i pistacchi migliori, guardarlo dormire la notte? O lo capisci quando la vita ti impone di scegliere il bene per te o il bene per lui e alla fine scegli il suo anche se sai cosa comporterà?
Ecco, io non credo che gli uomini ci riescano, non con la stessa profondità d'animo di una donna, e sarà perché tutte, anche quelle che non vogliono o che non diventeranno madri, hanno un utero che è un modo diverso di concepire l'esistenza, non lo so, ma va bene così. Loro fanno altro e a conti fatti, per quel che mi riguarda, nonostante la sofferenza credo che anche questa rottura abbia portato più bene a me che a lui.

Domenica era una giornata pesante, il compleanno di Stefano ed il compleanno di Marta e nessuno di loro poteva brindare con me. Due non-compleanni senza Cappellaio Matto, 24 e 29 anni affogati in un bicchiere di millesimato mentre ti aspettavo ed il locale suonava, per un po', Johnny Cash.
Era una giornata pesante, però quando ci siamo salutati e sono andata a dormire ho sognato di qualcuno che mi rovesciava addosso ciotole di colore verde e giallo.

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