amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

martedì 9 novembre 2010

c.a.:
Quello che
continua a chiedere notizie. Quello che tiene gli occhi bassi quando mi vede. Quello sposato che ci prova, poi si pente, poi vuole chiarire ma comunque non si pente, poi specifica ecco perché non vengo alle cene capisci, io capisco, poi però se non mando un sms piangente perché per un giorno non ci siamo visti casca il mondo ed io sono una bestia. Quello che (toh!) ora ti confesso che mi hai sempre incuriosito. Quello che te lo prendo io, te lo pago io, te lo porto io, allora sei libera? Quello carino perché ha bisogno, stronzo quando non ha bisogno, che torna quando ha di nuovo bisogno e se non mi trova rimane stupefatto: ma come, non te ne frega niente? - No. Quello che se non ci sei tu non vado neanch'io. Quello che non ti dico niente perché è meglio, altrimenti sparisci e per me finisce male. Quello che ha gli scleri e mi ci tira in mezzo. Quello che è una gioia aver ritrovato finché un amico mi contatta per chiedermi allora, a che punto siamo, perché lui ci tiene - no ma fai finta che non te l'abbia detto. Quello che le sorprese. Quello che le richieste di spiegazioni. Quello che voleva ma io non capivo che. Quello che regala passeggiate tra le foglie. Quello che mi manda i colori dell'autunno. Quello che, in barba alle ipocrisie, quando vieni a casa mia che ho messo il letto. Quello che esci stasera, che porto il mio amico bello. Quello che dopo tutti questi anni dovresti darmi il tuo numero.


Volevo dirvi. Non è che nel giro di due settimane sia diventata un supermercato h24.

Dov'è l'Uomo Ragno quando ne hai bisogno?

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