amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

lunedì 7 novembre 2011

Mattonelle week

No ma che poi. Certo che mi piace fare cose, ma aggiungere ogni giorno un'ora e mezza di martellate al lavoro, agli amici impazziti, a un'ora di corsa, una di palestra, una di ghiaccio sul ginocchio, venti minuti di sauna col tizio che si ricorda di me dopo dieci anni (!!!) per una settimana forse è un po' troppo, no? Abbiamo tolto tutto il pavimento e le piastrelle dalle pareti della lavanderia. Voi umani non avete idea, ecco.
Finisce che il libro sul comodino è alla prima pagina da dieci giorni, o che mi sento così stanca da non riuscire a cambiare stazione alla radio e mi faccio tutto il ritorno in macchina ascoltando i Backstreet Boys. E così non ho le forze necessarie per arrivare sveglia alla telefonata che aspettavo, per affrontare le orde di paranoie di Moroso o il ritorno in massa di tutti gli ex in un giorno solo. 
E anche che andando al lavoro struccata, in tuta e con l'aria di chi sarebbe piuttosto alle terme, un tizio (che vedo poco e che ci vede poco) (ma che comunque l'ultima volta mi aveva vista in gonna e capelli fluenti) mi dica: "Ma insomma, la smetta! Ogni giorno è diversa. Poi dicono che è colpa mia se non la riconosco."

Cioè, direbbe Bersani, ragazzi!

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