amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

lunedì 4 aprile 2011

#1 Perché sono una persona ardua


Punto 1, mi piace lasciarmi periodicamente trascinare dalle persone perché non è, in effetti, mancanza di personalità, ma una specie di sicurezza (di superbia?) che in fondo non mi farò coinvolgere: sono periodi che si trovavano già dentro di me, scalciando per il turno. Ho questa schizofrenia di carattere e di interessi difficile da coltivare con una persona sola, perché di solito le persone si focalizzano: invece a me piace cercare le bettole con il buon vino e andare a teatro, chiacchierare per ore e fotografare una strada, andare ad una mostra e sedermi per terra, senza contare tutto il tempo che ho fisicamente bisogno di trascorrere da sola con le mie risorse mentali.
Ho bisogno di mescolare l'alto con il basso e di avere tanti aspetti, nella mia esistenza, per non sentirmi soffocare perché sono sempre alla ricerca, ho questo continuo bisogno di qualcosa di più alto, di più puro, cerco maestri, verità, bellezza, ascolto musica per tutto il tempo che posso, credo fermamente che Vivaldi guarisca dalla febbre e che se mi fa male il ginocchio quando sto per andare a pattinare sia necessario metterlo alla prova correndo per 260 scalini, so meditare per ore davanti alla risacca, attaccare bottone con un vecchio cisposo all'osteria. Mi piacciono le tute e mi piacciono i tacchi alti, piango ascoltando la Madama Butterfly e mi affeziono ai telefilm che rimettono le cose a posto alla fine della puntata. Ho sempre freddo, leggo per primi i libri migliori perché non credo di avere abbastanza tempo per gli altri (cfr, circa, Thoreau); la sera talvolta non riesco a prendere sonno e a volte crollo sotto una miriade di pensieri felici, metà falsi, metà veri.

Vorrei vivere libera come Courbet, sono convinta che il sole faccia un rumore croccante e che il pane e le bistecche mi sorridano. Avrei voluto far parte dei Cavalieri della Tavola Rotonda per quella lealtà totale e senza macchia, ma ad un certo punto mi sarei stancata di sicuro di non poter ridere di gusto. Diceva Elena che alla fine ci sarebbero stati sulle palle pure i tibetani.

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