amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

lunedì 4 aprile 2011

Sempre uguale?


Sometimes I must confess, I do feel a little overdressed
Sometimes it's hard to tell the wishing from the well
Where you threw the penny and where it fell
The Wallflowers - Bleeders


E così ti ritrovi con un caro amico dopo anni, e siccome lui nel frattempo si è trasferito a Beverly Hills, si è scoperto gay ed ha il conto in comune con un simpatico fidanzato mentre tu arrivi di corsa e scarmigliata come al solito e vieni abbordata dal pazzo del momento (convinto che lavori in tv e gli stia mentendo), alla fine arriva la fatidica frase "sei sempre uguale!"
Darmi dell'uguale di solito ha a che fare con "giovane", che è qualcosa che io non sono stata mai, in una vita in balìa dell'incasinata alternanza fra bambina e vecchia senza mai passare per il pit-stop della maturità.

La morte della tua migliore amica a 24 anni, capire che gli uomini forti sono un concetto convenzionale e che forse l'isterismo che hai sempre imputato alle donne viene dal rendersi conto che alla fine della fiera tocca a loro sobbarcarsi due scatole di responsabilità, sono cose che ti invecchiano. Chiudere la storia più importante della tua esistenza ed imparare con una fatica sovrumana (ma la religione non c'entra un benemerito con gli sforzi strabilianti di noi teneri mortali - semmai hanno a che fare con la natura e con le bestie) a perdonare, è una cosa che ti libera e ti invecchia. Avrò pure ingarbugliato la laurea ritardandola, ma quanti ce ne sono di questi illuminati dallo Stato che in una vita non si fanno bastare il tempo per imparare a farlo?
E' che con gli scatafasci delle persone, rispetto a una volta, sono più indulgente. Sarà il riscoprirsi fallibili, sarà che quando incontri il dolore e quello a cui diventi disposta pur di lasciartelo alle spalle finiscono per farti tenerezza le persone con il loro arrancare, tutte, siamo tutti lì ad arrancare come meglio possiamo, tutti zoppi in qualche modo, da qualche lato, e prima ce ne accorgiamo meglio viviamo senza la necessità infantile di prendercela con chi inciampa lì davanti. Questo, a rovescia, mi permette di essere molto meno disposta a lasciarmi trascinare da cose che non mi convincono del tutto rispetto ad un tempo; si cambia ed è inutile voler stare assieme nello stesso modo di cinque, dieci anni fa, senza sapere, senza progetti o giustificazioni come se non potessimo ferire nessuno con la verità. Certo che mi manca quel sentire, quel trotterellare senza un giorno dopo: è che non fa più parte di me.

Non ho più la mia spensieratezza, e un po' mi manca ma è lì che impari la leggerezza.
Goderti ogni singolo momento: Simone che legge una frase da un libro segreto, che corre sotto la pioggia, la tisana piccante di Ramune, le risate di scorta, gli alibi per la Salvietta, uno spritz imprato, la luna gigante che arriva davanti alla mia finestra e mi viene a svegliare. Ascoltare da sola in treno Got my mind set on you mettendomi a ballare e facendomi scoprire dal mio amore dei tredici anni. Prendere sei treni in due giorni, fare pic nic al posto dei pranzi e cercare le pozze di sole come un gatto. Accompagnare L a provare il vestito e sentirmi chiamare la sposa. Ascoltare Uto Ughi tutta la notte. Saltare in braccio agli amici senza preoccuparmi di cadere (la differenza è che prima non sapevo di poter cadere, adesso sì e non mi importa).

Continuare ad amare verande e terrazzi. Rispondere per la quarta volta "bene" all'exex che chiede "come stai" e sentire che è vero perché forse non ora, non subito - ma invece sì, diamine!

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