amo le rughe, la rabbia, le ninnenanne, la carta, appiccicare cose alle pareti, avere le dita sporche d'inchiostro, il pane, l'acqua, camminare scalza, i lucernari, le vecchie corde della mia chitarra, le biblioteche, leggere tra le righe, i treni,le altalene, perdermi, i bastoni della pioggia, le bacchette magiche, i pistacchi, i pacchetti, i regali, il mojito, fare l'amore, la polvere innamorata negli occhi.

giovedì 21 ottobre 2010

Viva Las Vegas!


"Farsi i fari" tra automobilisti è una complicità che ha sempre incontrato la mia simpatia, tanto che qualche volta mi viene voglia di farlo di proposito, senza motivo: è come quando organizzi un picnic ma ti manca il cavatappi perché ognuno dava per scontato che lo portassero gli altri, così te lo presta qualcuno accampato lì vicino e in cambio gli offri una birra e va a finire che mangiate, ballate e giocate a calcetto tutti insieme fino a sera, con le parole che smettono di essere utili.
Ecco. Farsi i fari non ha bisogno di parole. Ha bisogno di gesti, quel cenno della mano per dire grazie che riconosci all'istante e ti mette quella specie di caldo nello stomaco.

Quindi non solo perché sono luci mi piacciono i fari che barbagliano, che poi è un gran bel verbo, barbagliare, sarà perché somiglia a quelle parole simpatiche come barbogio o barbagianni, sarà che ti riempie le guance se provi a pronunciarlo, ti fa il solletico in bocca e si aggrappa alla lingua per giocarci e per quell'attimo non importano più i momenti perfetti cui continui a pensare con un crampo, di lui che dorme, che cammina insieme a te nel tardo pomeriggio, che prepara la cena mentre tu ti rivesti e ti canzona perché stai cercando i tuoi abiti sparsi per tutta la casa.

Somiglia a quando ho saltato quell'ultima cena sabato scorso e sono rimasta a letto con la febbre, e poi la mattina dopo, risvegliatami lucida e splendente, mi sono messa a preparare la scaletta musicale per il matrimonio ed ho deciso che quelle per la festa le dovevo pur provare, e così ho ballato, ho ballato per due o tre ore di fila cantando a squarciagola. Grazie Elvis.

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